Il blog di Osm1816 oggi si occupa di un tema importante: l’intelligenza emotiva e la sua vitale importanza all’interno di un team. Col supporto di un articolo molto interessante pubblicato su smartcompany.com.au, cerchiamo di approfondire l’argomento.

Una delle tematiche più “calde” (a ragione) degli ultimi tempi riguarda la diversità. All’interno di un ambiente lavorativo questa caratteristica risulta fondamentale: persone con background ed esperienze diverse arricchiscono il team e l’azienda stessa, che deve promuovere una cultura aziendale aperta all’equità, all’uguaglianza e all’esaltazione della diversità come ricchezza. La diversità e l’inclusione necessitano di essere “introdotte” da individui dotati di un particolare tipo di intelligenza: l’intelligenza emotiva.

Per intelligenza emotiva si intende la capacità di saper ascoltare gli altri, entrare in sintonia con le emozioni altrui, impegnarsi a costruire. In un ambiente di lavoro, gli individui dotati di intelligenza emotiva sapranno riconoscere ed appianare eventuali malintesi e/o problemi che nascono da esperienze e opinioni diverse.

 

  1. L’intelligenza emotiva permette all’individuo di crescere in qualsiasi realtà aziendale

Uno dei timori principali delle persone che hanno paura dell’emarginazione sul luogo di lavoro causata dalla loro diversità è il rischio di sentirsi alienati. Questa eventualità può verificarsi anche se in azienda si lavora molto per promuovere la diversità: accade perché le persone non si sentono veramente accolte ed ascoltate, poiché diverse.

È per questo che l’intelligenza emotiva è fondamentale: promuove l’inclusione, l’armonia e l’empatia nel gruppo di lavoro.

2. L’intelligenza emotiva aiuta a comprendere e a combattere i pregiudizi

Chi possiede l’intelligenza emotiva ha l’innata capacità non solo di comprendere meglio gli altri, ma anche se stesso. Questo passaggio è fondamentale quando si parla di diversità e inclusione, poiché tanti nutrono dei pregiudizi che non riescono a “sganciare” dalla loro visione personale – a volte minimi, ma pur sempre invalidanti per il pensiero e i comportamenti che ne conseguono.

I pregiudizi inconsci, inoltre, sono tra le principali cause di microaggressioni, ostilità e litigi che sul posto di lavoro, purtroppo, accadono più frequentemente di quanto si pensi – possono essere anche involontari. Secondo una ricerca condotta negli USA, il 36% dei lavoratori ammette di aver assistito almeno ad una microaggressione; solo il 10% ammette, invece, di averne commessa una.

L’individuo dotato di intelligenza emotiva sarà in grado di non provare e/o allontanare pensieri irrispettosi o discriminatori; al tempo stesso, quando li percepisce, sarà capace di farli notare e agirà per correggerli.

 

3. L’intelligenza emotiva aiuta i dipendenti ad arrivare all’obiettivo comune

Il team di lavoro dotato di intelligenza emotiva è molto motivato a raggiungere gli obiettivi comuni dell’azienda, poiché volenteroso di lavorare per arrivare ad un risultato positivo. Su questa scia, l’intelligenza emotiva può portare benefici a tutta l’azienda poiché si instaura un clima di fiducia, rispetto e collaborazione.

 

Ed eccoci alla domanda che, più di tutte, sorge spontanea: se non la si possiede, si può imparare a sviluppare l’intelligenza emotiva? Nonostante ci siano indubbiamente persone più portate di altre all’empatia e all’ascolto, “imparare” l’intelligenza emotiva è possibile. Tutto parte da un buon lavoro su se stessi, dal riconoscimento delle proprie consapevolezze;il resto può essere sviluppato, ma necessita di tempo e buona volontà.

Cosa ne pensi di questo articolo? Qual è il tuo livello di intelligenza emotiva? Raccontaci il tuo punto di vista sull’argomento contattando Osm1816.

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