
Le relazioni professionali che riesci a costruire con ognuno dei tuoi diretti sottoposti sono essenziali per adempiere alle tue tre principali responsabilità come manager: creare una cultura basata sui feedback, mettere insieme una squadra coesa e affiatata e raggiungere dei buoni risultati attraverso la collaborazione.
E’ però fondamentale che questo tipo di rapporti in ambito professionale non abbiano le stesse caratteristiche che contraddistinguono quelli nella propria vita privata.
Occorre infatti riuscire a equilibrare gli elementi che li compongono in modo da riuscire a dimostrare effettivo interesse per i propri dipendenti e collaboratori senza però apparire troppo invadenti o cercare platealmente di incarnare l’archetipo del “leader amicone”.
Allo stesso tempo, è necessario spronarli a raggiungere gli obiettivi concordati e saper dire loro quando il lavoro svolto non è all’altezza delle aspettative, senza però essere troppo bruschi e attivare il circolo vizioso di demotivazione e perdita di interesse. Non è facile, insomma.
Kim Scott di hbr.org ha individuato 4 principali “trappole” a cui occorre prestare maggiore per riuscire a diventare un vero manager di successo… ed ecco quali sono:
Non focalizzarti troppo sulla socializzazione. Ascolta i tuoi collaboratori, e interessati a loro.
Troppo spesso, i manager si comportano come se le relazioni professionali con i propri sottoposti vengano costruite (e restaurate) alle feste dell’ufficio e nel corso di altri eventi sociali predefiniti… e danneggiate dal lavoro. Se l’unico modo per mettere in piedi dei rapporti coi colleghi fosse attraverso i metodi canonici di socializzazione, non avresti più tempo per fare nient’altro che attività legate alla tua professione.
Invece di trascinare i tuoi sottoposti in una spirale senza fine di pranzi e cene di lavoro che finiranno col fagocitare il tempo libero di entrambe le parti, assicurati che si sentano ascoltati. Sollecita e raccogli i loro suggerimenti e le loro idee, e pianifica con loro degli incontri individuali. Far capire come il loro contributo sia importante non aiuta solo migliorare la vostra relazione, ma crea anche una cultura aziendale in grado di auto-rinforzarsi e che permette a tutti di raggiungere risultati più elevati.
Lascia perdere le chiacchiere. Concentrarti sui feedback.
Dipendenti e collaboratori non vi dedicheranno il loro tempo per il piacere di chiacchierare con voi di sport, dell’ultimo film uscito al cinema o delle notizie del giorno: per quello ci sono i loro amici. Quando sono in azienda, in genere quello che vogliono è qualcuno che li aiuti a diventare più abili come professionisti e a migliorare la propria condizione lavorativa.
Le persone crescono provando a fare cose nuove, sbagliando e imparando come ottenere risultati migliori. Questo significa che potrai costruire delle relazioni professionali più significative condividendo feedback e critiche costruttive piuttosto che parlando del più e del meno.
E quando lo meritano, non dimenticare di complimentarti con loro e di elogiarne i risultati, meglio se spesso e in pubblico. Tieni però a mente che lo scopo di tutto questo non è far montare loro la testa ma aumentarne l’entusiasmo, la propensione alla crescita e all’apprendimento.
Non mettere al centro gli extra. Mantieni l’attenzione sugli obiettivi comuni da raggiungere.
Vacanze regalo, pranzi pagati, uffici spaziosi… tutte queste cose appariranno eccezionalmente vuote se la tua squadra non è in grado di raggiungere risultati, se ci riesce nel modo sbagliato o se il contributo dei singoli individui non viene riconosciuto. Gli “extra” possono aiutare a riflettere e a rinforzare la cultura aziendale, ma certamente da soli non sono in grado di costruirla.
Dedicare tempo ad aiutare i membri della tua squadra a concretizzare le propri sogni (professionali e non) è molto più importante di acquistare un tavolo da ping-pong. Fai in modo che sia chiaro chi prende le decisioni e perché (e assicurati di non essere sempre tu a farlo!). Portali con te dai clienti. Accertati che i tuoi sottoposti abbiano abbastanza tempo per eseguire i propri compiti.
E soprattutto, sii pronto ad ammettere i tuoi sbagli e ad imparare dai tuoi errori: solo così potrai raggiungere nuovi traguardi insieme alla tua squadra. Le tue relazioni professionali diventano più profonde e rilevanti attraverso una reale collaborazione, non con chiacchiere e specchietti per le allodole.
Non ossessionarli con il miraggio di una promozione. Focalizzati sulla loro crescita professionale.
Aiutare i propri dipendenti a raggiungere le proprie mete professionali è un modo sicuro migliorare le vostre relazioni professionali. Secondo R.Laraway, esperto di gestione risorse umane e cofondatore di Candor Inc, per favorire la crescita dei propri collaboratori un buon manager deve: 1) Ascoltarli, conoscerli e comprendere cosa li motiva realmente; 2) Capire quali sono i loro sogni per il futuro e aiutarli a focalizzare quali sono le abilità da sviluppare per raggiungerli; 3) Sviluppare un piano di carriera che si basi sulle loro effettive passioni e traguardi, piuttosto che su una semplice e vaga “promozione”.
Certo messa così sembra facile, ma non sempre i manager sono realmente in grado di relazionarsi con i propri collaboratori e dipendenti e di sostenere con loro questo tipo di conversazioni… fortunatamente però non si tratta di un dono innato ma di un’abilità, e di conseguenza può essere migliorata attraverso l’esperienza e la formazione.
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Riassumendo, il modo migliore di costruire delle relazioni professionali significative con dipendenti e collaboratori è imparare come lavorare bene insieme, non come “staccare dal lavoro”.
Organizza con loro degli incontri individuali, e ascoltali. Permetti loro di fornire a propria volta suggerimenti su cosa dovresti fare (o smettere di fare) per migliorare a tua volta. Fornisci feedback (sia complimenti che critiche costruttive) per aiutarli a crescere. Prendi del tempo per prendere con loro le decisioni più importanti che riguardano il gruppo, e per aiutarli a focalizzare la strada da seguire per realizzare le proprie mete.
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