Bentornati sul blog di Osm1816. Oggi parliamo di come affrontare i momenti di cambiamento – professionale, personale – cercando di far prevalere l’oggettività e l’ottimismo. Noi di Osm1816 crediamo sia importante parlarne, specialmente in seguito agli anni difficili che stiamo vivendo – anni in cui i cambiamenti repentini (e di natura negativa) hanno stravolto la nostra esistenza, le nostre abitudini, i nostri rapporti.

È di cambiamenti veloci e dei relativi aggiustamenti che si parla in questo articolo, supportati da un pezzo letto su hbr.org.

Nel mondo del lavoro, così come nella vita privata, si fa fronte continuamente ai cambiamenti. La mentalità con cui essi si affrontano è fondamentale per la crescita (sia essa professionale o personale).

Se ti stai affacciando al mondo del lavoro o ci sei già dentro, ti sarà capitato di arrivare in un’azienda nuova, di essere a capo di un team di persone che non conosci o di avere un nuovo capo. Indipendentemente dalla sfida che ti si presenta o dall’obiettivo che persegui, devi imparare ad adattarti alle situazioni e ai cambiamenti che incontrerai sul tuo cammino. (Come affrontare i cambiamenti? Ecco 4 consigli)

Fai attenzione alla mentalità per la quale “il cambiamento è temporaneo”: è la più pericolosa perché non ti permette di prenderti il tempo per accettare ciò che sta mutando, ma lo accetta e cerca le strategie per “digerirlo” il più in fretta possibile. L’accettazione del cambiamento, l’accoglienza delle situazioni improvvise è cruciale.

3 personalità che respingono il cambiamento

Cambiare mentalità e mostrarsi positivi verso il cambiamento è possibile: basta fare uno sforzo consapevole. In questo articolo (e nella sua seconda parte) ti descriviamo quali sono le 3 personalità-tipo avverse al cambiamento:

  1. Il ricevente

Se vedi il cambiamento come qualcosa di costretto, “spinto” su dite a forza, probabilmente sei un ricevente. In parole semplici, non riesci a vedere il cambiamento come un qualcosa alla tua portata/che puoi controllare perché non hai abbastanza autorità e/o competenze.

Facciamo un esempio pratico. Stai lavorando ad un grosso progetto da mesi quando, all’improvviso, il tuo capo decide che il progetto salta e c’è bisogno di concentrarsi su altro. Tu non ti senti in dovere di esprimere la tua opinione perché ci sono persone più importanti di te nella gerarchia aziendale che avranno sicuramente ragione. Perciò lasci andare il tuo duro lavoro di mesi come se nulla fosse. Reagendo in questo modo non solo darai un brutto colpo alla tua autostima, ma minerai la tua stessa autorità professionale.

Sei un ricevente se:

  • aspetti le decisioni degli altri prima di proseguire con il tuo lavoro;
  • rimetti le decisioni ad altri perché pensi che alcune situazioni siano al di sopra del tuo grado di retribuzione;
  • accetti le decisioni anche se non sei d’accordo e non credi nella loro utilità per evitare discussioni (specialmente con i tuoi superiori).

Una persona a proprio agio con il cambiamento, al contrario, crede fortemente che il singolo lavoratore, con la sua esperienza e la sua personalità unica, possa contribuire al successo aziendale. Sarai pronto al cambiamento quando capirai che a prendere le decisioni sul lavoro dovrebbero essere coloro più vicini al lavoro stesso – te compreso.

Come assumere una mentalità pronta al cambiamento?

  • Cerca di cambiare, in un lasso di tempo breve, qualcosa che non ti piace del tuo lavoro/di un tuo progetto;
  • prima di esporre un problema ad un tuo superiore pensa a qualche possibile soluzione da proporre;
  • esprimi le tue perplessità su un lavoro/progetto basandoti su dati opportunamente raccolti e documentati che sono stati sottovalutati.

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  1. Il resistente

Il resistente, letteralmente colui che resiste, è meno passivo del ricevente ma persegue comunque un atteggiamento negativo. In pratica, il resistente respinge il cambiamento perché crede che si tratti di una situazione passeggera (convinzione quasi sempre sbagliata).Chi resiste si oppone al cambiamento e sceglie piuttosto l’immobilità, oppure si mette in gioco solo in situazioni di cui sa di avere il controllo – e che gestisce in base alla sua ostilità al mutamento.

Essere resistenti può voler dire mettere in discussione un nuovo lavoro/progetto e l’autorità di chi lo propone, criticare le motivazioni/le conseguenze dei cambiamenti e perché non valga la pena accoglierli. Si tratta di proteggere la propria condizione, le proprie sicurezze per paura di tutto ciò che una novità può rappresentare.

Sei un resistente se:

  • sollevi sempre un’obiezione per cui qualcosa non può essere fatto;
  • accetti di impegnarti in un progetto/lavoro e poi trovi delle scuse per non portarlo a termine;
  • “saboti” il lavoro per evitare/rallentare il cambiamento.

Un individuo che abbraccia il cambiamento sa molto bene che ogni cosa muta e che bisogna stare al passo con l’imprevedibilità degli eventi. L’economia si trasforma in base alle esigenze dei clienti, quindi il cambiamento deve essere accolto con positività, come un’occasione di crescita e apprendimento.

Come assumere una mentalità pronta al cambiamento?

  • Esponi i tuoi dubbi e le tue perplessità nelle sedi adatte (riunioni del team, momenti in cui si mettono insieme idee e si pianifica il lavoro). Partecipa alla discussione in maniera sana;
  • poni domande incoraggianti invece che chiuderti a riccio e mostrarti da subito ostile.

 

Appuntamento alla seconda parte dell’articolo nella quale parleremo della personalità controllante. Nel frattempo, cosa ne pensi di quanto letto finora? Siamo curiosi di conoscere le tue riflessioni a riguardo: contatta il team Osm1816.

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