Bentornati sul blog di Osm1816. Il tema di oggi riguarda le modalità con cui il Covid-19 ha cambiato la percezione del lavoro. I dati che citiamo a supporto derivano da una delle più autorevoli ricerche svolte da Microsoft: il rapporto annuale sull’evoluzione degli ambienti di lavoro. Supportati da un articolo letto su spazio50.org. scopriamo quali sono i punti salienti della ricerca.

Covid e mondo del lavoro: quali i cambiamenti?

Il rapporto annuale di Microsoft sull’evoluzione degli ambienti di lavoro propone molti spunti di riflessione. Quello che colpisce di più riguarda la flessibilità: coloro che nel 2020 lavoravano in ufficio oggi preferiscono il lavoro flessibile. La conclusione è netta: chi oggi si reca al lavoro in ufficio non è il lavoratore-tipo pre-Covid.

Il mondo non è più lo stesso

La pandemia ha sconvolto il mondo e ha radicalmente mutato anche le nostre abitudini di vita. Le evidenze sono chiarissime: ricerche condotte in 31 paesi coinvolgendo un campione di 31 mila persone hanno registrato la grande attenzione delle persone verso la propria salute mentale e fisica. Più del 53% del campione mette in primo piano la salute al lavoro: nel nostro paese tale percentuale cresce in maniera significativa. Nel 2021, nei paesi presi in esame, il 18% dei lavoratori dipendenti si è licenziato (il 17% in Italia). Più del 50% dei giovani dichiara di voler cambiare lavoro entro il 2022.

Gli imprenditori sono ancora legati alle vecchie modalità

Nonostante che la maggior parte dei lavoratori sia chiaramente orientata verso smartworking e flessibilità, molti imprenditori e manager sono ancora ancorati alle modalità operative in uso prima della pandemia. Ovvero: lavoro in ufficio, riunioni eccetera. Il 47% degli imprenditori italiani sono in difficoltà nell’inserire nei propri team i professionisti che per molteplici ragioni non sono sempre in azienda e, di conseguenza, vivono una condizione di esclusione.
Il dato più sorprendente è che, nonostante tutte le difficoltà, la ricerca indica che la produttività è aumentata. Il prezzo però è salato: le persone lavorano di più, specialmente oltre l’orario contrattuale (28%) e nei fine settimana (14%).

La solitudine dei numeri primi

Naturalmente non sono tutte rose e fiori. Secondo molti degli intervistati la più grande difficoltà indotta dallo smartworking è stata l’impossibilità di entrare in relazione con gli altri per via dell’isolamento per impedire la diffusione del virus. Molti hanno lamentato un peggioramento nei rapporti col proprio team. Nulla è invece cambiato per il 58% degli intervistati.

Cosa ne pensi di quanto letto nell’articolo? Raccontaci la tua opinione, contatta Osm1816.

Scarica i contenuti gratuiti!

Tagged with: , , , , ,