Parliamo di Generazione Z sul blog di Osm1816 e della fine del concetto di lavoro come era sempre stato inteso e vissuto prima della pandemia. Ricordiamo che con il termine Generazione Z ci si riferisce alla “generazione dei nati approssimativamente tra la fine degli anni ’90 e i primi anni ’10 del XXI secolo i cui membri sono generalmente figli della Generazione X e degli ultimi Baby boomers”. Qual è il legame che unisce questi due fatti? L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) stima che entro il 2025 il 27% della forza lavoro sarà composta da persone appartenenti alla Generazione Z.

Nativi digitali: flessibilità lavorativa e felicità personale

Inutile nasconderlo: i lavoratori della Generazione Z sono diversi dagli altri. Sono diverse le loro priorità, sono diversi i loro valori e i principi in cui credono come, ad esempio, il rispetto degli altri e il diritto alla rappresentanza; è diversa infine l’importanza che danno alla loro felicità personale e alla flessibilità lavorativa. Non c’è dubbio che cambieranno il mondo del lavoro. La domanda è: in che modo? Cerchiamo di scoprirlo grazie agli stimoli offerti da un importante articolo letto su weforum.org.

La Generazione Z sarà la forza lavoro del futuro prossimo. Cresciuti a “pane e internet”, la Generazione Z è interamente composta da nativi digitali, persone sveglie, curiose e ovviamente abituate ad usare le tecnologie. Questi giovani tra tre anni rappresenteranno circa il 27% del mondo del lavoro. Sono profondamente diversi sia dalla generazione precedente che da quella dei loro genitori. Per comprenderci, sono la prima generazione che considera più importante il lavoro da remoto e la flessibilità rispetto all’entità dello stipendio. Secondo l’Ufficio del censimento degli Stati Uniti d’America – il Census Bureau – la Generazione Z sarà una generazione a maggioranza non-bianca.

Generazione Z e reclutamento aziendale

La domanda cruciale è quindi la seguente: come devono comportarsi le aziende per interfacciarsi in modo positivo con questa cultura giovanile? In che modo possono attrarre i talenti della Generazione Z? Erroneamente si afferma che la Generazione Z detesta lavorare in azienda. E’ una convinzione errata. Sono disponibili a lavorare in azienda a condizione che l’impresa condivida i valori in cui credono. Tra essi spiccano la serenità mentale e un ragionevole bilanciamento tra vita privata e impegni di lavoro. A tale proposito è importante sapere che secondo alcuni sondaggi la metà delle persone che fanno parte della Generazione Z sarebbe pronta a rinunciare al lavoro se l’attività professionale fosse causa di infelicità o minacciasse la serenità della loro vita privata.
E’ quindi indispensabile che chi è alla guida di un’impresa sappia come dialogare con la generazione di risorse professionali che sta per sostituire quella precedente. La parola chiave è una sola: empatia. Ma cosa significa in concreto “empatia”? Ecco qualche strumento di riflessione che raccomandiamo di impiegare nella realtà di lavoro.

1. Indipendenza di pensiero e imprenditorialità
No, non è un controsenso raccomandare di sostenere lo spirito imprenditoriale in azienda. Non lo è per il semplice motivo che i giovani della Generazione Z hanno bisogno di manifestare le loro idee e la loro creatività. Il segreto consiste dunque nel creare le condizioni affinchè si esprimano come se fossero liberi professionisti o lavorassero in una loro start-up. L’esperienza di Amazon può fare scuola. Andy Jassy CEO di Amazon ritiene che l’applicazione di una teoria chiamata “Due pizze” sia il motivo della crescita del 300% in 15 mesi. Pare che l’idea fosse già stata introdotta anni prima dallo stesso fondatore Jeff Bezos. Il team più produttivo ed efficace è quello che si ritiene sazio con due pizze: ovvero, è un team piccolo, dotato di poteri decisionali, in condizione di trasformare in realtà le idee e le intuizioni che elabora. Esattamente come una start-up.

2. Eliminare vincoli e rigidità
Partiamo da un dato di realtà: una ricerca che coinvolto 35.000 persone occupate in 34 mercati diversi ha evidenziato che i giovani della Generazione Z preferirebbero restare disoccupati piuttosto che spendere la loro esistenza in un’attività per cui non provano interesse né passione. Trovare un buon equilibrio tra vita privata e lavoro è dunque fondamentale. La flessibilità è la chiave di volta. Fatto che è stato ancora una volta evidenziato da un podcast di Microsoft: per i giovani della Gen Z, la flessibilità sul lavoro è un requisito non negoziabile. Questo spiega perché ci siano molte posizioni di lavoro non ricoperte. La ragione va cercata nel fatto che molte imprese non prevedono la possibilità di lavorare da remoto.

Il leader è colui che tratta gli individui come persone
Il mondo del lavoro è cambiato in modo irreversibile. Anche a causa della pandemia. il 67% dei lavoratori auspica ancora la collaborazione diretta con i colleghi, ma il 73% dei lavoratori è alla ricerca di condizioni di lavoro flessibili. Cosa dunque deve fare il leader illuminato? Sostanzialmente comprendere le esigenze e le aspettative dei singoli lavoratori: è il modo più sicuro per ottenere il meglio da loro.

Nella seconda parte dell’articolo parleremo di attenzione verso le problematiche della nostra società (guerre, salvaguardia dell’ambiente) rispetto delle diversità, apprendimento di nuove skill.
Attrarre talenti è fondamentale per essere un’azienda di successo. Vuoi sapere come fare? Contattaci.

 

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