
E’ ancora da poco che, con una mossa a sorpresa, Google ha deciso di rendere open-source i propri strumenti di gestione manageriale, ora accessibili a tutti e a costo zero.
E a ben pensarci la cosa non sorprende più di tanto: dopotutto, sin dall’inizio il gigante tecnologico di Mountain View ha creato e distribuito un’enorme quantità di strumenti e servizi utilizzabili in modo gratuito (…o quasi!) da chiunque abbia accesso a internet e che vanno oltre il “semplice” motore di ricerca, dalla posta elettronica alle mappe online.
E dunque, anche questi nuovi management tools dedicati a imprenditori e liberi professionisti non sembrerebbero poi così diversi.
Osservandone però più nel dettaglio i contenuti, ci si accorge che si tratta di materiali e spunti molto semplici e comuni alla maggior parte dei business: riguardano infatti le modalità corrette di preparare e gestire le riunioni, la comunicazione in contesti professionali e personali, l’impostazione di obiettivi a breve e lungo termine, e così via.
Tutto questo sembrerebbe suggerire che la formula segreta del management di Google sia… conoscere a fondo e applicare al meglio i fondamentali del business!
E in particolare, nel corso di una presentazione universitaria a gennaio, il CEO di Google Sundar Pichai ha rivelato la chiave della sua gestione manageriale efficace: “lasciate che gli altri abbiano successo”.
Certo è molto più facile a dirsi che a farsi, ma proprio per questo Google sta condividendo la propria conoscenza e gli strumenti del caso: nel suo blog Re:Work viene infatti offerta la documentazione usata dai manager dell’impresa californiana e che coprono ogni passo fondamentale, dalla raccolta e gestione dei feedback alla vera e propria implementazione delle azioni di successo che Google ha raccolto, analizzato e ricodificato nel corso di anni di esperienza.
Ecco degli esempi di alcune delle guide presentate:
Google esamina l’efficacia dei propri manager su base semi-annuale con un breve sondaggio di 13 domande.
Le prime 11 sono a risposta chiusa, e misurano se i loro sottoposti sono o meno d’accordo con affermazioni del tipo “Il mio responsabile dimostra attenzione ai miei bisogni come persona”.Le ultime due domande sono invece a risposta aperta e sono del tipo “Cosa vorresti che il tuo responsabile continuasse a fare?” e “Cosa vorresti che cambiasse?”.
Questi sondaggi sono anonimi e le loro risposte vengono analizzate in forma aggregata e vengono usati puramente allo scopo migliorativo (non sono quindi collegati direttamente alla performance o alla compensazione dei manager, nella speranza che chi li compila lo faccia onestamente e in modo costruttivo).
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ORIENTAMENTO PER LO SVILUPPO PROFESSIONALE
Stando ai dati raccolti, più di ogni cosa i dipendenti Google desiderano che i propri manager si impegnino attivamente per aiutarli a crescere professionalmente e a raggiungere un maggiore successo personale.
Per aiutare i manager a fare ciò, viene utilizzato il modello GROW (crescita) che si suddivide in quattro sezioni:
- Goal (obiettivo): cosa vuoi ottenere con la tua carriera.
- Reality (realtà): dove ti trovi ora, qual è il tuo ruolo e quali sono le tue abilità.
- Options (opzioni): cosa potresti fare per ridurre la distanza tra obiettivo e realtà.
- Will (volontà): cosa sei disposto a fare per raggiungere il tuo obiettivo.
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Per incoraggiare il raggiungimento di un maggiore benessere personale e di un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata, i dipendenti vengono incoraggiati a individuare un’attività di base che possa migliorare la propria qualità di vita senza però influire negativamente sul lavoro.
Questa meta viene poi affiancata agli obiettivi lavorativi di cui la persona è responsabile, e che deve quindi attivamente perseguire.
Si tratta di attività semplici ma dal forte impatto positivo personale, come “farò in modo di andare in palestra tre volte alla settimana” o “non aprirò più le email di lavoro nei weekend”.
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AGENDA CONDIVISA PER INCONTRI 1:1
Gli incontri individuali con i propri collaboratori sono tipici dei manager più apprezzati a Google ma, dato che molto spesso questo tipo di attività è spesso percepita come raffazzonata e disorganizzata, sia i responsabili che i sottoposti pianificano in anticipo una sorta di scaletta condivisa con gli argomenti da affrontare, come ad esempio:
> Imprevisti e problematiche da risolvere
> Aggiornamenti su situazione attuale e obiettivi da raggiungere
> Argomenti amministrativi (note spese, ferie e permessi, ecc.)
> Sviluppo di carriera e coaching
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CORSO DI FORMAZIONE PER NUOVI MANAGER
Questi materiali sono stati assemblati da Google per facilitare il delicato passaggio da dipendente a manager, il che richiede un pizzico di cambio di prospettiva e… una buona dose di maggiore autoconsapevolezza.
Il corso include una guida per i formatori, un manuale di esercitazioni per i nuovi manager e delle slide di presentazione al percorso.
Il dubbio però rimane: come mai Google avrà deciso di rilasciare di punto in bianco i propri materiali di gestione manageriale, e per giunta gratuitamente?
Nel suo recente articolo dedicato su hbr.org, R.Sadun ha individuato tre ottimi motivi:
1.
Prima di tutto, non ha nulla da perdere nel farlo. Questa prima ragione da sola potrebbe bastare a far venire le vertigini a tutti coloro che cercano sfruttare ogni occasione per trarre un qualche tipo di guadagno diretto.
Tuttavia, per quanto gli spunti e i procedimenti riportati all’interno di queste documentazioni siano tanto semplici e basici da risultare disarmanti, possono risultare molto difficili da implementare correttamente nel lungo periodo.
I principali ostacoli alla loro adozione e utilizzo sono da ricercare non solo nel fatto che molto spesso le aziende non sono consapevoli dei vantaggi che potrebbero trarre impiegando sistemi di gestione manageriale più efficienti, ma anche nella mancanza di competenze necessarie per implementarli al meglio e una generale carenza di fiducia verso tutto ciò che è nuovo e apparentemente superfluo.
Non si tratta di problemi da poco, ed è proprio a causa di questi freni che anche queste semplici procedure di gestione manageriale condivisi da Google possono risultare estremamente ostici da implementare.E in realtà, si tratta anche dei motivi principali per cui non è quasi mai possibile copiare di sana pianta gli altrui sistemi di provato successo e aspettarsi di arrivare allo stesso risultato.
Senza il corretto approccio e le competenze adeguate, tutti questi spunti e consigli rimangono validi solo sulla carta… basti solo pensare alle difficoltà che i ricercatori incontrano quotidianamente quando cercano di replicare esperimenti di laboratorio altrui: anche le più piccole differenze nell’applicazione del medesimo metodo possono portare a diverse conclusioni.
Ed è per questo che la decisione di Google di rendere “open source” i propri sistemi di gestione manageriale non sembrerebbe poter avere conseguenze negative per l’impresa stessa.
2.
La seconda ragione per rendere pubbliche le proprie pratiche di successo di gestione manageriale è che, se correttamente implementate, possono avere un enorme impatto positivo per aziende e agenzie, e di conseguenza per le persone che le popolano.
In media, ciò si traduce in una crescita maggiore del 25% e in un aumento della produttività del 75%… e in una maggiore fidelizzazione e avvicinamento a Google della propria cultura aziendale, con tutto ciò che ne consegue.
Sempre per citare Saudar Pichai, “Il lavoro di squadra è fondamentale per creare delle organizzazioni in cui le persone desiderano veramente collaborare tra loro. Si tratta del fondamento di tutto il resto. Per questo, la creazione di una cultura collaborativa interna è uno dei principali progetti su ho concentrato le mie energie”.
3.
Terzo e ultimo motivo è che, attraverso la diffusione di queste conoscenze, si arriva a favorire la crescita macroeconomica.
Quando aziende e agenzie crescono, l’economia cresce di pari passo. Ed è stato provato come le organizzazioni di successo investono 10 volte di più in ricerca e sviluppo rispetto a quelle più piccole e peggio gestite.
E naturalmente, tutta questa innovazione è eccellente per l’intero sistema economico… e neanche a sottolinearlo ulteriormente, è stato dimostrato come un alto livello di qualità media di gestione manageriale delle imprese sia fortemente collegata alla crescita economica di un Paese.
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Tutte queste nozioni di base costantemente condivise da Google potrebbero non apparire poi così nuove e seducenti ai più, ma la realtà è che dei solidi processi manageriali, per quanto semplici, fanno davvero la differenza.
Il fatto che siano state rese pubbliche è senza dubbio un’ottima cosa, ma alla fine spetta alle imprese stesse impegnarsi per integrarle nelle proprie procedure standard e per metterle effettivamente in pratica.
E in fin dei conti, tutto questo non è poi così diverso da ciò che facciamo da sempre a think1816… anzi. Desideri una mano per migliorare i sistemi di gestione manageriale della tua attività? Contattaci!