
L’antica e infida pratica della procrastinazione può assumere molte forme.
Potremmo aver deciso di affrontare un compito impegnativo, ma trovare comunque innumerevoli motivi validi per rinviare il da farsi. Potremmo dare la priorità a cose più semplici e rapide, come ad esempio rispondere alle e-mail, rimandando i compiti più gravosi e complessi al giorno seguente.
Così facendo potremmo apparire (e sentirci) occupati mentre in realtà non stiamo facendo altro che evitare elegantemente le mansioni più pesanti ma importanti, rimanendo trincerati nella nostra zona di comfort e procrastinando il tutto al giorno seguente.
E quando a fine giornata diamo finalmente un’occhiata a tutti i lavori che abbiamo più o meno volutamente spostato in fondo alla nostra lista di cose da fare, non possiamo fare a meno di provare una certa delusione in noi stessi.
Secondo una ricerca svolta da C.Webb e pubblicata su hbr.org, il problema di fondo sta nel fatto in media siamo predisposti alla procrastinazione. In linea generale, noi tutti siamo naturalmente portati a evitare tutto ciò che promette benefici futuri ma incerti e che richiedono sforzi tediosi e immediati.
Questo perché per i nostri cervelli è più facile processare informazioni concrete piuttosto che astratte, e gli ostacoli immediati assumono per noi un aspetto molto più tangibile ed incombente rispetto a quello di un potenziale beneficio futuro. Per questo motivo, nelle nostre teste gli sforzi in grado di garantire risultati nel breve periodo hanno la priorità su quelli che promettono benefici nel lungo periodo.
Questo fenomeno è ben noto agli esperti del comportamento umano e fa parte della categoria dei bias, e su esso fanno leva molte tecniche di vendita e di marketing.
Come riuscire ad evitare questo trabocchetto mentale?
Il trucco sta nel riuscire a riequilibrare l’analisi costi-benefici in modo da vederla in modo più obiettivo, facendo sì che i lontani e nebulosi benefici di quell’azione apparentemente così scomoda appaiano maggiori e concreti, mentre gli sforzi impiegati per raggiungerli sembrino minori.
La futura ricompensa per quello sforzo deve apparire più allettante rispetto ai fastidi immediati necessari a raggiungerla!
COME AUMENTARE I BENEFICI
Visualizza il vantaggio futuro
E’ stato scoperto che le persone sono maggiormente propense a mettere da parte dei soldi per la propria pensione se vengono messi di fronte alla propria immagine digitalmente modificata ed invecchiata di qualche decina d’anni. Perché? Il motivo è che così facendo il proprio futuro se stesso appare più reale, e così facendo anche i benefici di quell’azione a lungo termine acquisiscono un peso maggiore.
Per applicare una versione semplificata di questa tecnica a qualunque compito stiamo più o meno attivamente evitando, è sufficiente prendersi un momento per evocare nella nostra testa una vivida immagine dei benefici che otterremo compiendola. Spesso, solo questa semplice azione è sufficiente per autoconvincerci.
Dunque, se c’è un incarico scomodo che stai costantemente rimandando, prova a darti una mano immaginando quel virtuoso senso di soddisfazione che proverai una volta che quella mansione sarà stata eseguita, e magari anche alla più concreta espressione di sollievo che comparirà sui volti di coloro che avrai aiutato.
Dichiara pubblicamente ciò che vuoi realizzare
Dire agli altri ciò che hai intenzione di fare permette di amplificare esponenzialmente l’attrattiva di compiere effettivamente quell’azione, e questo perché il meccanismo di ricompense del nostro cervello è altamente reattivo all’immagine che gli altri hanno di noi. E’ stato infatti riscontrato che per noi è molto importante sentirsi rispettati dagli altri, perfino da sconosciuti.
La maggior parte di noi non vuole apparire sciocca o pigra agli occhi degli altri, e quindi se osiamo dichiarare qualcosa del tipo “Ti farò avere il report entro fine giornata” aggiungiamo indirettamente dei benefici sociali (…oltre che dei rischi!) all’azione da compiere, il che a maggior ragione ci sprona a compierla.
Soppesa gli svantaggi dell’inazione
Se è vero che siamo predisposti a valutare i pro e i contro di fare qualcosa di nuovo, siamo anche stranamente propensi a fare lo stesso ragionamento per quanto riguarda il non fare quella cosa. Conosciuto anche come bias di omissione, questa sorta di “bug” cognitivo ci può facilmente portare ad ignorare alcuni benefici apparentemente ovvi collegati all’azione che stiamo evitando.
Quando per esempio stai rimandando di un giorno la preparazione per quella riunione imminente, prova a pensare a ciò che la tua omissione potrebbe comportare.
Potresti renderti conto che, così facendo, il giorno seguente potresti non avresti più il tempo di ricevere dai tuoi colleghi i materiali necessari per preparare il tuo intervento. Se però agissi subito , potresti ancora cavartela… e con questa ritrovata consapevolezza, sarai finalmente libero di metterti in azione.
COME RIDURRE LO SFORZO NECESSARIO
Identifica il primo passo
A volte siamo semplicemente intimiditi da ciò che dobbiamo fare. Potremmo aver deciso di voler “imparare il francese”, ma chi può incastrare quest’azione enorme e amorfa all’interno di un pomeriggio standard? Il trucco è riuscire a suddividere il compito in più micro-azioni ben organizzate, meno faticose e più accessibili.
Ancora meglio se si riesce a iniziare con un’azione talmente facile da rendere ovvio come i benefici possano di gran lunga superare gli sforzi.
Invece di iniziare “imparando il francese”, potresti iniziare “mandando una mail a Nicole per chiedere consiglio su come iniziare per imparare il francese”. Completato quel piccolo obiettivo, ti sentirai maggiormente motivato a raggiungerne e superarne un secondo, e così via.
Collega quel primo passo ad una ricompensa
E’ possibile fare in modo che lo sforzo collegato a quel piccolo passo appaia ancora minore se lo colleghiamo a qualcosa che vorremmo effettivamente fare. In altre parole: collega qualcosa che devi fare con qualcosa che vuoi fare.
Per esempio, potresti permettere a te stesso di leggere i fumetti che tanto ti piacciono mentre sei in palestra, proprio perché quel piacere aiuta a diluire la percezione del tuo cervello dal costo dello sforzo compiere quando ti eserciti fisicamente.
Allo stesso modo, potresti essere in grado di accumulare l’autodisciplina necessaria a completare un compito particolarmente ostico se prometti a te stesso che lo farai in un bel locale con la tua bibita preferita sottomano.
Individua e rimuovi il blocco nascosto
Talvolta potremmo sorprenderci a tornare ripetutamente a cercare di svolgere uno stesso compito, pur non riuscendo ricavare nulla di fatto. Sentiamo una vocina nella nostra testa che sussurra “Sì, sembrerebbe una buona idea ma… no”. A quel punto, dobbiamo interrogare quella vocina per capire cosa ci blocca.
E ciò non richiede necessariamente l’aiuto di uno psicoterapeuta, è sufficiente porre con pazienza a se stessi qualche domanda del tipo: “Perché mi sembra così difficile?”, “Come mai?”, e così via. Rispondendo onestamente, il conflitto dovrebbe affiorare abbastanza in fretta.
Questo ostacolo potrebbe anche essere collegato ad un impegno preso in precedenza, che però in questo caso sta minando la tua automotivazione. Se ad esempio stai trovando difficoltà ad applicare quella nuova routine mattutina che volevi provare, con la tecnica spiegata poco fa potresti scoprire che questa sfida si scontra con il tuo desiderio di fare colazione con la tua famiglia.
Una volta individuato il problema sarà più facile trovare una soluzione.
In buona sostanza, la prossima volta che ti senti incapace di concludere un compito, prova ad applicare queste tecniche. Comincia individuando il primo passo da compiere e cercando di aumentare i benefici collegati a quella prima piccola azione, alla luce dei quali il primo sforzo necessario per compierla non sembrerà poi così insormontabile!
E se ti occorre un altro piccolo esempio pratico, dai un’occhiata a questo breve video motivazionale tratto da un’intervento dell’Ammiraglio William Mc.Raven che spiega come avere successo iniziando con un piccolo, semplice gesto quotidiano.
E per ulteriori consigli gestionali, contatta think1816!