Bentornati sul blog di Osm1816! Oggi parliamo di Risorse Umane e della necessità di fare i giusti compromessi in azienda in questo momento storico. Il lavoro flessibile è arrivato nella vita di tutti a causa del Covid-19 ma, a quanto pare, rivoluzionerà le vite dei lavoratori a lungo. Come organizzare il lavoro dei dipendenti, dunque, in base alle nuove necessità dettate dalla pandemia? Scopriamolo grazie al supporto di un interessante articolo pubblicato su hbr.org.

L’articolo fonte si apre con l’interessante punto di vista di Hiroki Hiramatsu, capo delle Risorse Umane globali di Fujitsu. Nonostante la possibilità del lavoro da remoto esistesse già da tempo in Fujitsu, la maggior parte dei dipendenti (oltre il 74%) considerava l’ufficio il luogo migliore in cui lavorare. Con la pandemia è cambiato tutto: entro la metà di marzo 2020, i circa 80.000 dipendenti giapponesi della compagnia lavoravano da casa. Dopo l’esperienza dello smartworking, un sondaggio di follow-up ha fatto emergere un dato significativo: solo il 15% dei dipendenti Fujitsu considerava l’ufficio il posto migliore in cui lavorare. (Come vivere meglio la vita in azienda? Ecco alcuni consigli) Un 30% avrebbe continuato, se possibile, a lavorare da casa mentre il 55% si diceva pronto ad un modello ibrido: un mix tra casa e ufficio.

Lo stesso Hiramatsu si è reso conto della potenza di questa rivoluzione del lavoro e si è convinto che non si tornerà più alle abitudini pre Covid. Egli ha osservato che le due ore che molte persone passano nei mezzi pubblici per andare/tornare dal lavoro sono sprecate e potrebbero essere utilizzate per l’istruzione, la formazione. Ma anche, semplicemente, per stare in famiglia.

Ciò che si è palesato agli occhi degli esperti del mondo del lavoro è la sorprendente velocità con cui le aziende si sono adattate alle nuove tecnologie che supportano il lavoro da remoto. Accanto a questo dato, anche la voglia dei dipendenti di non voler tornare ai metodi di lavoro del passato.

Si configura sempre più la necessità, per i manager e gli imprenditori, di cercare un compromesso tra ufficio e casa e creare un modello lavorativo ibrido. Tuttavia, questa transizione avrà successo solo se i compromessi riguarderanno anche l’aspetto umano del lavoro – e non solo quello istituzionale.

Per pensare a un modello di lavoro ibrido dobbiamo tenere a mente due fattori principali, due assi dentro i quali si muovono i lavoratori: il luogo ed il tempo. Come sono cambiate queste due variabili nell’anno del Covid-19?

  • Luogo:milioni di lavoratori in tutto il mondo sono passati dall’essere vincolati ad un posto (lavorare in ufficio) all’essere senza vincoli sul posto (lavorando ovunque).
  • Tempo: molti lavoratori sono passati dall’essere vincolati dal tempo (lavorando in modo sincrono con gli altri) all’essere senza vincoli di tempo (lavorando ogni volta che lo desiderano).

Per realizzare un modello ibrido, come già detto, c’è bisogno di scendere a compromessi. Secondo l’articolo fonte, sono quattro le prospettive da analizzare; quattro le sfide da risolvere per aumentare la produttività e migliorare la vita dei dipendenti.

  1. Lavori e attività

È necessario pensare a come determinati lavori e attività potrebbero cambiare e/o modificarsi in seguito al passaggio ad una modalità di lavoro ibrida. Di seguito, ecco alcune tipologie di lavoro presenti nelle aziende considerate dal punto di vizia spazio/tempo.

Strategic planner: il lavoro dello strategic planner ruota tutto intorno all’attenzione. Questi professionisti hanno bisogno di silenzio e concentrazione al fine, ad esempio, di raccogliere informazioni di mercato e sviluppare piani aziendali. L’asse che meglio consente la messa a fuoco è il tempo, in particolare quello asincrono. Se messi nella condizione ideale, questi professionisti possono lavorare sia da casa che in ufficio.

Team Manager: parola d’ordine per il team manager è coordinamento. Questa figura professionale si occupa di comunicare coi dipendenti, fare da mentore, istruire i membri del team. L’asse centrale è il tempo, ma sincrono. Nella migliore delle condizioni, il team manager può lavorare anche da casa, poiché potrà comunicare in ogni momento con tutti i dipendenti e i piani alti dell’azienda grazie a piattaforme come Zoom e Microsoft Teams.

Product Innovator: basa il suo lavoro sulla cooperazione. In questo caso, l’asse preponderante è il luogo perché il product innovator ha bisogno del contatto e del confronto con colleghi, collaboratori e clienti. In questo caso, un luogo come l’ufficio o un luogo condiviso è l’ideale. Il tempo diventa, per forza di cose, sincrono.

Marketing Manager: il marketing manager è produttivo e creativo, il suo ruolo richiede energia. Nel caso specifico, per questo professionista luogo e tempo sono importanti. Per molti lavorare da casa aiuta ad avere più energia, poiché si evitano i lunghi viaggi sui mezzi pubblici, si ha più tempo da dedicare a se stessi, alla famiglia, alla salute, allo sport.

La sfida per realizzare accordi di lavoro ibridi non è solo benefici, ma comporta anche svantaggi. Lavorare da casa può aumentare l’energia, ma può anche far sentire isolati, ostacolando la cooperazione. Lavorare su pianificazione sincrona può migliorare il coordinamento, ma può anche minare la concentrazione, a causa delle interruzioni continue.

Per combattere questi potenziali svantaggi, Hiramatsu e Fujitsu hanno creato un ecosistema di spazi per tutte le esigenze: gli hub, che massimizzano la cooperazione; gli uffici condivisi, che aiutano la concentrazione. In questi spazi tecnologici e confortevoli, dipendenti, partner e clienti si incontrano e possono lavorare insieme (ma anche singolarmente).

Appuntamento alla prossima settimana per scoprire le altre prospettive da analizzare per la trasformazione del lavoro!

Nel frattempo, cosa ne pensi di questo articolo? Stai cercando supporto per migliorare la gestione manageriale in azienda? Richiedi un contatto gratuito, clicca qui.

Tagged with: , ,