
Ben ritrovati ad un nuovo appuntamento con le news di Osm1816. La scorsa settimana, nella prima parte dell’articolo (che puoi recuperare cliccando qui), abbiamo parlato di quali compromessi vengono fatti in azienda, dettati dalla necessità, per gli imprenditori e le aziende, di iniziare a pensare fuori dagli schemi e creare un modello di lavoro “ibrido”.
Cosa si intende? Con questo termine ci riferiamo a un modello di lavoro che venga incontro alle esigenze dei dipendenti, specialmente dopo l’esperienza dello smartworking. La maggior parte dei lavoratori dipendenti, infatti, non vorrebbe più tornare a tempo pieno in ufficio: l’ideale per loro sarebbe un mix tra casa e ufficio. Realizzare questo desiderio pur rimanendo competitivi e produttivi non è impossibile: c’è bisogno però di compromessi, comprensione e collaborazione. L’articolo che ci supporta, letto su hbr.org, propone quattro prospettive da analizzare, vere e proprie sfide che hanno l’obiettivo di aumentare la produttività e migliorare la vita dei dipendenti. In questa seconda parte dell’articolo scopriamo le ultime tre.
Preferenze dei dipendenti
Le persone danno il loro meglio nei contesti lavorativi quando vedono soddisfatte alcune preferenze e vedono accolti determinati bisogni. Se stai pensando di trasformare il lavoro della tua azienda in ibrido, devi tenere in considerazione le preferenze dei tuoi dipendenti. Queste sono dettate da esigenze, stili di vita differenti che vanno tenuti presenti.
Alcune aziende, come una delle società tecnologiche del Future of Work Consortium, effettuano indagini per comprendere le necessità dei team. Queste indagini tengono in considerazione variabili come la possibilità o meno di avere una postazione ufficio in casa ben funzionante, qual è il livello di coordinamento, concentrazione, ecc.
Equinor, società energetica norvegese, ha intervistato i propri dipendenti circa le preferenze e, intorno alle loro risposte, ha sviluppato nove personas (modelli di riferimento). A ciascuno di essi sono collegate delle linee guida per accordi di lavoro ibrido fatti su misura per ciascuno.
Progetti e flussi di lavoro
Per adottare un modello ibrido si deve tenere in considerazione anche come viene svolto il lavoro. Chi si trova ai vertici e organizza i flussi di lavoro deve essere in grado di coordinare non solo il lavoro dei singoli dipendenti, ma anche dei gruppi e dei team. Nelle condizioni lavorative pre Covid ciò era molto semplice: essendo tutti insieme contemporaneamente, la gestione era diversa. Ma nell’era del lavoro ibrido è diventato tutto decisamente più complesso.
Un modo per risolvere il problema è contare sugli aiuti che la tecnologia offre per coordinare le attività. I manager di Fujitsu, ad esempio, possono contare su una serie di strumenti digitali per controllare e visualizzare il lavoro del team in tempo reale. Grazie a questa attività è stato possibile anche ricalibrare i carichi di lavoro sia del singolo che dei gruppi, nonché di analizzare le condizioni del lavoro a distanza.
Altre aziende stanno sfruttando l’occasione dello switch verso l’ibrido come un’opportunità per reinventare i flussi di lavoro. Un errore comune delle aziende che hanno iniziato ad automatizzare i processi di lavoro è stato quello di sovrapporre i processi nuovi a quelli già esistenti. La chiave, invece, sta nella riprogettazione. Ad esempio, una banca del Future of Work Consortium ha reinventato i flussi di lavoro basandosi sulle risposte a tre domande cruciali:
Le attività del team sono ridondanti?
Il team dirigenziale della banca si è reso conto che, nonostante il passaggio al modello ibrido, si era ancora legati alle riunioni tradizionali (troppe). Gli incontri sono diminuiti, la produttività è aumentata.
È possibile automatizzare o riassegnare attività a persone esterne al team?
I dipendenti della banca si sono accorti che, con questo nuovo modello lavorativo, alcuni processi che prima richiedevano presenze in ufficio, firme, ecc. potevano essere snelliti. Ora, grazie allo “svecchiamento” dei processi, è possibile contare sulla tecnologia per risolvere problemi e accedere a servizi.
Possiamo immaginare un nuovo scopo per il luogo di lavoro?
Per dare ulteriore forza al loro nuovo modello ibrido, i piani alti della banca hanno operato un vero e proprio restyling degli spazi di lavoro, riconvertendoli in luoghi che incoraggiassero la cooperazione e la creatività. Inoltre hanno messo a disposizione dei dipendenti in smartworking diversi strumenti per incoraggiare il lavoro di squadra.
Inclusione e correttezza
I temi dell’inclusione e della correttezza sono cruciali quando si sviluppano nuove pratiche che favoriscono il lavoro ibrido. Alcuni studi confermano che sentirsi vittima di ingiustizie sul posto di lavoro inficia sulla produttività, provoca un aumento del burnout, riduce la collaborazione.
Un ottimo esempio da prendere come modello è quello messo in campo da Ericsson, multinazionale svedese che si è impegnata a rendere l’azienda più inclusiva. Selina Millstam, vicepresidente e responsabile della gestione dei talenti, si è occupata del progetto che aveva come scopo quello di far radicare ogni nuovo accordo di lavoro nella cultura aziendale – i cui aspetti fondamentali si basano su comunicazione, empatia, cooperazione e collaborazione.
Per questo motivo Millstam e il suo team hanno coinvolto i dipendenti in incontri virtuali, spazi nei quali i dipendenti Ericsson avevano a disposizione una piattaforma per discutere un possibile passaggio al lavoro ibrido e i suoi eventuali effetti sulla cultura aziendale. Più di 17.000 persone da 132 paesi hanno partecipato a questa conversazione virtuale, lasciando circa 28.000 commenti.
Questi eventi hanno aiutato i dirigenti Ericsson a comprendere meglio i problemi e le priorità in vista di una trasformazione del lavoro in un modello ibrido.
Il cambiamento è destinato a creare sentimenti di ingiustizia e il modo migliore per evitare tutto ciò è coinvolgere i dipendenti nel cambiamento e nella sua progettazione. I dipendenti devono sapere che la loro voce conta ed è ascoltata e che i cambiamenti che vengono apportati non sono solo il risultato dei capricci di chi prende le decisioni.
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