Oggi sul blog di Osm1816 proveremo a sfatare un mito: quello secondo il quale il leader è un eroe infallibile. Grazie al supporto di un interessante articolo pubblicato su hbr.org, scopriamo quali sono le fasi che un imprenditore può attraversare per fare meno l’eroe e far emergere il suo lato più umano e vero.

Cos’è un leader?

Con notevoli doti – tra cui leadership e nervi incrollabili, chi è a capo di un’azienda deve essere una persona che non commette mai errori, imperturbabile, che non conosce né paura né ansia. È così che è sempre stato narrato un leader: un eroe, uno che non sbaglia mai, il faro nella notte del suo team, colui che controlla tutto dall’alto e risolve tutti i problemi.

Questa narrazione non potrebbe essere più lontana dalla realtà. La pandemia, inoltre, ha acuito i problemi reali e la narrazione errata che da sempre contraddistingue gli imprenditori. I leader eroi non sono reali, ma soprattutto non sono ciò di cui le aziende hanno bisogno. La leadership perfetta non esiste: esistono persone sensibili e vulnerabili che, grazie alla comunicazione e alla connessione con i collaboratori, possono dare il meglio per l’azienda.

Gli imprenditori hanno paura?

Gli imprenditori senza paura hanno, in realtà, un solo nemico: la loro stessa paura. Non sorprendono, quindi, i dati di diversi studi secondo i quali più di un CEO su 5 si rivolge ad uno specialista per fare terapia, cercando aiuto in momenti di stress. Queste persone non sono deboli: chiedere aiuto è sinonimo di grande coraggio. La pressione sugli imprenditori è tanta, da loro ci si aspetta sempre la perfezione, eppure molti ancora non hanno capito che per essere alla guida di un’azienda c’è bisogno di testa, certo, ma anche di cuore. Molti leader non sono “umani”, non lasciano che le emozioni guidino le loro scelte.

Il Coronavirus è stata la prova che quanto appena scritto è vero: nelle situazioni di emergenza non c’è bisogno di una persona che abbia sempre tutte le risposte e sia infallibile, ma di qualcuno che sia empatico, rispettoso, che sappia ascoltare, che sia d’ispirazione.

Alla luce di queste considerazioni, perché al giorno d’oggi i leader si dimostrano poco “umani”? Perché chi è in grado di mostrare il suo lato vulnerabile è l’eccezione e non la norma?

Le paure di un leader

Tutti hanno paura di qualcosa – e i capi d’azienda non fanno eccezione. Secondo l’articolo fonte, sono 3 le paure più comuni delle persone che sono in una posizione di leadership:

  • la paura di connettersi con le proprie emozioni. Se un individuo è sempre stato abituato ad essere imperturbabile sul lavoro e a non esternare mai le sue emozioni avrà difficoltà a guardare dentro di sé. E cosa succederebbe se, dopo aver scavato nelle proprie emozioni, si perdesse il controllo, l’autorità, il rispetto degli altri?
  • La paura del caos. Tanti leader hanno paura di mostrare emozioni in ufficio perché i collaboratori e i dipendenti potrebbero scambiare questi comportamenti per debolezza. La paura del caos è legata al timore di non riuscire più ad essere visto come ilcapo, a non poter più risolvere i problemi e rende gli imprenditori molto insicuri.
  • La paura di fallire. Il timore del fallimento è quello più sentito dagli imprenditori che non sanno gestire le emozioni sul lavoro – non solo le proprie, ma anche quelle del proprio team. È necessario pensare anche con il cuore e adottare comportamenti empatici con chi ci sta accanto.

Come diventare leader?

Come si può diventare leader più “umani”, quindi? Ecco le tre fasi cruciali.

  1. Identifica letrappole mentali che ti attanagliano

Tutti noi abbiamo sviluppato il nostro carattere e la nostra personalità in base al nostro vissuto. Le nostre esperienze hanno fatto sì che diventassimo ciò che siamo oggi e come vediamo il mondo: gli insegnamenti di genitori e professori, gli stereotipi, le credenze collettive, l’ambiente culturale, le influenze della religione o della società, i traumi, ecc. Il bagaglio emotivo di ciascuno di noi è letteralmente in grado di plasmare la nostra struttura cerebrale.Tutti noi abbiamo piccole e grandi trappole mentali con cui la nostra mente combatte quotidianamente. La notizia positiva è che possiamo liberarcene.

  1. Cambia mentalità

Eliminare le trappole mentali non è semplice: sfidare le nostre convinzioni, ascoltare veramente le nostre emozioni e i nostri bisogni, mettersi in discussione richiede una gran dose di coraggio. Cambiare mentalità è importante perché se non si rischia mai, tutto rimarrà sempre uguale. Individua ciò che intrappola la tua mente e chiediti se sei pronto a lasciar andare questo peso. In questa fase dovrai abbandonare la razionalità e la logica e dovrai fidarti solo delle tue emozioni. Chiedi aiuto ad un professionista che sappia come guidarti.

  1. Ritrova i tuoi superpoteri di leadership

Nel momento in cui sarai stato in grado di individuare la tua trappola mentale dovrai lavorare per arginarla e, infine, sconfiggerla. In questa terza ed ultima fase dovrai immaginarti chi potresti essere e cosa potresti fare senza questo peso, dopodiché agire per rendere i pensieri realtà. Questo processo mentale ti aiuterà a non cadere nei vecchi modi di pensare: lavora sulla tua mente, sulle tue abitudini e vedrai arrivare il cambiamento.

Per aiutarti puoi crearti dei piccoli rituali quotidiani. Scrivi su un’agenda una lista di azioni, comportamenti che potrebbero renderti un leader più umano; alla fine della giornata riprendi in mano la lista e spunta ciò che sei riuscito a fare per essere migliore. Ripeti l’esercizio per tutto il tempo necessario e così facendo imparerai a creare nuove abitudini, nuovi schemi mentali, nuove prospettive.

 

E’ tempo di scrivere e rivedere gli obiettivi 2022. In questo periodo troverai tanti messaggi motivazionali, spinte a credere in te stesso ed essere un eroe al di sopra di tutti. Con questo articolo siamo certi di averti dato anche un altro punto di vista.Vuoi approfondire con il nostro team? Contattaci senza impegno, clicca qui.

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