Una delle cose che, di solito, a un collaboratore difetta è una visione globale dell’area nella quale opera. Questo significa che una persona, presa com’è dalla voglia di svolgere al meglio le sue funzioni, finisce spesso per cadere in una sorta di “egoismo organizzativo” e mette come priorità la soluzione dei SUOI problemi, di quello che LUI ha bisogno, senza chiedersi in quali condizioni stiano lavorando gli altri o senza rendersi conto che anche i suoi colleghi o superiori hanno le LORO priorità.

Già di per sé questo crea abbastanza caos e sovraccarico, per non parlare del malumore!

A questa scena aggiungiamo il fatto che molti di noi hanno il brutto vizio di cercare di “sbolognare” la soluzione di un loro problema a qualcun altro. Non è per malvagità o intenzionale: è dovuto principalmente a ignoranza e pigrizia.

Per esempio: il titolare riceve una mail dall’amministrazione che richiede di approvare un pagamento straordinario per una fornitura. Guarda cosa gli tocca fare ora: scoprire di che fornitura si tratta, chi ha approvato quella fornitura a quel prezzo, che accordi di pagamento sono stati presi, scoprire se ci sono i fondi per effettuare il pagamento . . . e dio solo sa cos’altro.

Non è che il contabile volesse male al suo capo (o forse si): è che probabilmente non gli è neanche passato per la testa che lui avesse già altre cento decisioni da prendere e che il fornire i dati corretti e completi che PERMETTONO DI PRENDERE UNA DECISIONE è una parte fondamentale del suo lavoro. Se semplicemente il contabile si fosse preso la briga di fornire tutti i dati (che sicuramente aveva) e avesse speso per questo dieci minuti del suo tempo, avrebbe fatto risparmiare almeno due ore di ricerca dati spese dal suo capo. Il fatto poi che al capo piaccia farsi carico di questi problemi perché lo fa sentire utile e “se non ci sono io qui è un casino…” è puramente incidentale: ma non deve essere una giustificazione di questo modo di operare. Esempi come questo ne possiamo trovare a centinaia in una sola giornata di lavoro! Se sommiamo tutte le ore spese a ricercare dati e informazioni che qualcun altro non ci ha fornito potremmo arrivare ad una seconda vita.

Rispetta il tempo dei tuoi colleghi: è un valore.

Tutto questo ci porta ad una conclusione: ogni volta che porti un problema (un’emergenza, una richiesta di decisione) a qualcuno, che sia un collega o superiore e non ne fornisci anche i dati inerenti che permettono di risolverlo, stai facendo un grave errore. Stai sprecando il suo tempo, stai abbassando il suo morale e innalzando il suo livello di stress perché ora questo lavoro dovrà essere ripreso in seguito, rianalizzato e rifatto per una seconda o terza volta. Se fosse stato fatto bene la PRIMA volta avreste lavorato tutti la metà! A sua volta un dirigente degno di tale nome, non dovrebbe MAI accettare un problema che non sia accompagnato da tutte le informazioni concernenti e da un suggerimento di possibile soluzione. Far sentire le persone degne di fiducia e considerate per quello che propongono è un fattore forse intangibile, ma tremendamente importante ai fine della sua leadership e del clima aziendale. Il suo lavoro è far crescere le persone. Non è prendendosi carico dei loro problemi che riuscirà a farlo. Si può lavorare meglio, con più allegria ed energia se ognuno comincia a fare la sua parte in questo.

Per citare Gandhi: “dobbiamo essere il cambiamento che vorremmo vedere negli altri”. Fai la tua parte. Comincia a farlo TU.

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